sabato 15 agosto 2015

Meditare l'esperienza

Non c’è parola, non c’è definizione, non c’è descrizione che possa dire quale sia la vostra esperienza del corpo in un dato momento. Provate. Fermatevi e sentite che cosa prova il vostro corpo: se è caldo o freddo, se è stanco o fresco, come respira, come batte il cuore, se ha qualche dolore…
L’unica risposta che potete dare è percepire, anzi essere, proprio quell’esperienza. Ogni altra risposta è insufficiente e insoddisfacente.
Adesso passate all’esperienza della sensazione. Come vi sentite in questo momento, qual è il vostro stato d’animo? Calmo, lucido, agitato, confuso, annoiato, preoccupato, rilassato, insofferente….?
Solo voi potete saperlo. E l’unica risposta alla domanda è sentire, cioè essere.
Ora domandatevi: “Chi è che fa questa esperienza?”
Ma non rispondetevi: “Io… il tal dei tali”.
Siate semplicemente l’esperienza di essere, senza dividervi in due (soggetto e oggetto), senza dare nomi.
Quell’esperienza è indicibile, perché non può essere espressa da parole o concetti mentali (che sono dualistici). Può solo essere fatta. Questa è meditazione. Che è già un’esperienza trascendente (della mente).

Meditare è fare esperienza dell’essere, non del pensare.

Nessun commento:

Posta un commento