giovedì 27 agosto 2015

L'identità perduta

Quando il Buddha dice che le cose non hanno un’esistenza intrinseca, perché sono tutte interdipendenti, vuol dire che le cose non sono enti, ma processi.
Noi invece crediamo che le cose siano entità divise, separate e indipendenti. Tante piccole monadi, l’una separata dall’altra. E, invece, più scaviamo, più l’identità di questi presunti enti ci sfugge. Il nostro stesso io, che sembra avere una precisa identità, è composto da tante identità diverse che s’intrecciano e si alternano, talora in disaccordo tra loro.
Ma questa mancanza (“vacuità”) di un nucleo separato e autonomo non è una minorazione. Al contrario, è proprio il motivo per cui ogni cosa può connettersi con le altre ed essere (inter-essere) con il tutto.

Se fossimo veri enti, se avessimo identità rocciose e definite una volta per tutte, nessuna potrebbe comunicare con le altre e il mondo sarebbe paralizzato, incapace di cambiare e di evolversi.

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