domenica 16 agosto 2015

Illusioni e realtà

Il Papa non va in vacanza, non si dà pace e quindi ci rompe le scatole tutti i giorni con la complicità di radio e televisioni che, non avendo notizie da dare, ci ammanniscono i suoi insulsi predicozzi.
Il giorno di ferragosto, per esempio, ha detto: “ Nella storia pesa la violenza dei prepotenti, l'orgoglio dei ricchi, la tracotanza dei superbi, ma Dio non lascia soli i suoi figli, umili e poveri, ma li soccorre con misericordiosa premura, rovesciando i potenti dai loro troni".
Quando mai? Chi è che ha mai visto una cosa del genere?
Ecco, il cristianesimo parte da un sovvertimento, da un disconoscimento della realtà: si scambia per reale ciò che è in effetti solo un sogno. Sulla scia di Gesù che sognava che gli ultimi diventassero i primi e che si potessero amare i nemici, si continua a mettere il carro davanti ai buoi – ossia quello che noi vorremmo con quello che è. E così si fa una grande confusione e si rimane vittima delle proprie illusioni.
In meditazione lo si ribadisce di continuo: mai anteporre le proprie illusioni alla realtà. La prima cosa da fare è riconoscere come stanno le cose: solo così si possono cambiare.

Direi che la prima funzione della meditazione è proprio questa: riconoscere le proprie illusioni, i propri sogni, i propri bisogni, le proprie fantasie per ciò che sono: prodotti della mente. E riconoscere la realtà.

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