venerdì 24 aprile 2015

Ripensare Dio

Cercando di rendere Dio plausibile alla mente non si rende affatto un buon servizio alla trascendenza, perché la si inserisce semplicemente in categorie logiche e psicologiche umane. Questa è la grande colpa del cristianesimo, che ha fatto dell’incarnazione di Dio un antropomorfismo.
L’ateismo moderno non nasce dal semplice disincanto, ma è la conseguenza della riduzione di Dio ad una razionalità che finisce per annullare ogni trascendenza.
Il senso razionale di Dio - di un Dio Causa prima, Giudice, Protettore, Garante dell’immortalità, ecc., di un Dio inserito addirittura in una Sacra Famiglia – ha eliminato quell’ulteriorità di senso che fa di Dio qualcosa che è al di là della mente umana, al di là dei principi logici di non-contraddizione e di causalità.
In realtà Dio non può essere pensato dalla mente umana, con il suo dualismo. È evidente, per esempio, che tutti i contrari sono all’origine qualcosa di unitario, che però è quasi incomprensibile per la nostra logica e appena appena intuibile.

Tutto sommato, è più vicina alla creatività divina la meccanica quantistica, con la sua indeterminatezza e paradossalità, che la teologia.
Dobbiamo ripensare Dio, anzi "non-pensarlo". Avvicinarsi ad esso tenendo conto che i nostri strumenti mentali non sono sufficienti.

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