venerdì 10 aprile 2015

Le condizioni della crescita

La prima evidenza è che nessuna cosa è separata e separabile dalle altre.
La seconda evidenza è che nessuna cosa è permanente.
La terza evidenza è che nessuna cosa è sempre uguale a se stessa, fissa, costante, immutabile. Perché tutto è soggetto ad un continuo mutamento.
Questi tre aspetti sono correlati.
L’interdipendenza, l’impermanenza (o la permanenza temporanea) e la mutevolezza che sembrano a prima vista dei limiti, sono in realtà ciò che permette la trasformazione, l’evoluzione. Se fossimo esseri isolati, permanenti e immutabili non potremmo crescere.
Anche se devo ammettere che sono sempre me stesso, devo anche riconoscere che sono cambiato, nel bene e nel male. A cinquant’anni sono diverso da quello che ero a cinque. Sono cresciuto. E niente e nessuno può bloccare questa crescita, così come niente e nessuno può fermare il tempo.

Nessuno può rimanere a lungo se stesso. Dunque, il sé che noi consideriamo il nostro bene più prezioso, non è un nucleo immutabile, ma un cuore in continua trasformazione. E per far questo deve contenere parecchio vuoto.

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