Si può intendere l’evoluzione come una conseguenza della struttura oscillatoria della realtà, soprattutto se si adotta una visione in cui gli opposti complementari (come stabilità/instabilità, ordine/caos, conservazione/innovazione) non sono in contraddizione, ma sono forze dinamiche che si co-implicano e generano trasformazione.
1. Evoluzione come dinamica tra polarità
In questa prospettiva:
L’evoluzione biologica, culturale, cosmica non è lineare, ma un processo che oscilla tra poli opposti: ad esempio, tra continuità e rottura, tra forma e trasformazione.
L’adattamento non è solo selezione passiva, ma un gioco tra conservazione di ciò che funziona e sperimentazione di ciò che è nuovo (omeostasi vs eterostasi).
L’oscillazione diventa il motore creativo: l’essere vivente, o un sistema complesso, evolve perché oscilla, e non nonostante l’oscillazione.
2. Struttura oscillatoria e auto-organizzazione
L’evoluzione può essere vista come un processo di auto-organizzazione dinamica, dove:
L’oscillazione tra forze opposte produce biforcazioni (prendere strade diverse), come nei modelli di Prigogine per i sistemi dissipativi.
La realtà non tende a uno stato finale di equilibrio, ma a un equilibrio instabile, che si riformula continuamente attraverso ritmi, cicli, fluttuazioni.
3. Implicazioni per la teoria dell’evoluzione
Questa visione può ampliare la teoria darwiniana classica, introducendo:
Una logica oscillatoria accanto alla selezione naturale: l’evoluzione non è soltanto selezione di adattamenti, ma movimento continuo tra tensioni.
Una lettura non meccanicistica, ma complessa e relazionale della realtà vivente.
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Sintesi:
Sì, l’evoluzione può essere letta come espressione di una struttura oscillatoria della realtà. In questa lettura, l’evoluzione non è soltanto un accumulo di cambiamenti, ma un processo dinamico e creativo che nasce dalla tensione fertile tra opposti. La realtà evolve perché è fondamentalmente instabile, vibrante, polarizzata — e per questo viva.
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