La gente non è
stupida e si accorge benissimo che non esiste nessun Dio qua sulla Terra e che
non serve a niente pregarlo, ma allora ecco il salto logico. Se qui sulla Terra
non c’è nessuna giustizia divina, ci sarà senz’altro dopo la morte. E quindi si
rimanda tutto ad un ipotetico aldilà, che potrebbe anche non esistere affatto.
In Oriente si
ricorre anche all’idea di karma: il male (o il bene) che ci viene qui sulla
Terra proviene in realtà dalle vite passate. E così si giustifica tutto.
Mai che si
rimanga nella realtà. Con simili giustificazioni, inventate dalla mente umana,
si vuole rimandare ad altri mondi o a altre vite quello che ci succede. Così si
salva il desiderio di giustizia o di equilibrio che evidentemente è un’esigenza
di fondo dell’uomo.
Ma, se tutto
questo non fosse vero, che cosa rimarrebbe? Terribili ingiustizie che
esigerebbero immediata riparazione. Gli uomini vorrebbero subito una giustizia
riparatoria.
Ecco perché
tali idee fanno comodo ai potenti e prepotenti del mondo. Avrete la giustizia,
ma non subito e non qui. L’avrete altrove.
Di solito chi
crede in un Dio del genere, giustifica qualsiasi potere. San Paolo lo dice
chiaramente: ogni autorità è voluta da Dio e voi dovete esserle sottomessi.
Se però questo
non è vero, l’inganno sarà perfetto. E nessuno riparerà le ingiustizie. Chi ha
avuto ha avuto, e chi ha dato ha dato.
Per questo si
dice che le religioni sono l’oppio dei popoli. Servono a instupidire e a
rendere sottomessi gli uomini, che altrimenti si ribellerebbero.
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