Invece di
attaccarci alle cose e alle persone, invece di seguire come automi gli istinti
e le consuetudini, invece di sognare Iddii Invisibili e paradisi perduti,
dobbiamo coltivare il distacco e la consapevolezza che tutto finirà, che ogni
cosa è destinata a cambiare e a disgregarsi e che alla fine la perderemo.
Non è
pessimismo; è la realtà dei fatti. La morte ci è accanto a ogni passo e alla
fine vincerà lei e ci farà scomparire. Altro che, come diceva san Paolo, “la
morte sarà l’ultimo nemico ad essere sconfitto.” Questo sì che è negazionismo.
In fondo le
religioni classiche, dal cristianesimo al buddhismo, negano l’evidenza e
sognano improbabili resurrezioni e nirvana.
Prepararsi al
peggio è saggezza. Credere ai paradisi (e agli inferni!) è perniciosa
illusione.
La verità è
semplice, davanti ai nostri occhi. Siamo noi che, per non accettarla,
confondiamo le carte.
Dove sono i
testimoni della vita eterna? Qualcuno li ha forse mai visti?
La vita è proprio
ciò che finisce.
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