lunedì 7 settembre 2020

L'essenza della meditazione

 

In sostanza, la meditazione consiste nell’applicare la consapevolezza alla coscienza stessa. Noi crediamo che la consapevolezza sia uguale in tutti e in ogni momento, ma non è così. Esistono vari livelli nelle diverse persone e anche in una stessa persona da un momento all’altro. Meditare è purificare, allargare, intensificare e sviluppare la propria consapevolezza.

Nell’essere umano, coscienza e consapevolezza si sviluppano a poco a poco. Il bambino ne ha molto poca. All’inizio non sa neppure di essere un individuo separato.

Nel successivo processo di sviluppo, la coscienza e la consapevolezza vengono influenzate pesantemente dai genitori e dagli altri educatori. In realtà il processo di crescita è innanzitutto un processo di condizionamento. Sta poi al singolo farsi una propria educazione, una propria personalità e un proprio senso dell’essere. Da una parte deve liberarsi dalle credenze acquisite e dall’altra parte farsi idee proprie, basate sull’esperienza.

Ma la meditazione è un processo sottile cui si arriva con difficoltà. È il proprio senso di essere che deve essere messo nel mirino. Da dove salta fuori e come è connotato?

In altre parole, bisogna capire come nasce la coscienza e sviluppare la posizione del testimone. L’universo è partecipativo e la realtà richiede sempre un osservatore che lo faccia precipitare. Dunque sono la coscienza e la consapevolezza che ci fanno vivere nel mondo in cui ci troviamo ed essere quel che siamo. E, se questo è vero, attraverso la coscienza e la consapevolezza possiamo cambiare il nostro stesso statuto e il panorama che ci circonda.

Oggi, questo viene fatto a livello inconscio e faticosamente. Ma, con la meditazione, potrebbe essere sviluppato intenzionalmente su linee a noi più favorevoli.

3 commenti:

  1. Buongiorno! Le potrei chiedere di definire "coscienza" e "consapevolezza". Il "testimone" è colui che è consapevole o è la coscienza stessa? Chi è, che, osservando, non si identifica più con le cose esterne o con i turbamenti interni e così fa vivere nel e dal "centro del nostro Essere, quel luogo silenzioso da cui si può contemplare ogni cosa serenamente" (descritto da Lei in un precedente post)? C'è consapevolezza anche lì? Grazie. Alexandra

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    1. La coscienza appartiene in misura maggiore o minore a tutti gli esseri viventi che, in caso contrario, non potrebbero vivere. La consapevolezza è di chi è consapevole della coscienza stessa. Noi lo chiamiamo "il testimone" proprio perché non si identifica con ciò che osserva. E' come uno specchio che riflette tutto, ma resta se stesso. In tal senso è il tramite tra aldiqua e aldilà, tra mondo e trascendenza. Con questo dovremmo familiarizzarci.

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