giovedì 10 settembre 2020

Il funerale di Dio

 

In fondo, è evidente che questo mondo, con tutti i suoi difetti, la sua violenza e la sua grossolanità, non può essere stato creato da una Mente perfetta e spirituale – pensiamo per esempio ai semplicistici meccanismi di riproduzione, che agiscono al momento opportuno come droghe e che sono validi sia per gli animali sia per gli esseri umani. Ricorrere a questi mezzucci per costringere gli esseri viventi a riprodursi rivela un disegno primitivo e truffaldino, un piano per costringere addirittura con lo stordimento e l’inganno.

È la vita che progetta strumenti del genere, una vita che non guarda in faccia nessuno ed è fine a stessa.

Stando così le cose, non credere a un Creatore è un mezzo per salvare Dio, ma un Dio che è molto diverso dalle nostre fantasie mitico-religiose – qualcosa di non pensabile e non rappresentabile, qualcosa che mette fuori gioco tutte le religioni.

Un tempo si credeva agli dei, e oggi non ci si crede più. Ma il nostro Dio, con tutte le persone divine di contorno, non è tanto diverso dagli antichi dei: è solo una loro derivazione. Un prodotto umano, troppo umano per essere credibile. E farà la stessa fine degli antichi dei pagani. Morirà alla coscienza umana.

La mente può capire che cosa non è vero. Ma non può dire che cosa sia vero. Si pone di fronte al proprio limite e dice: “Al di là, oltre questo confine c’è una realtà che non mi è possibile capire…”.

 

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