sabato 3 dicembre 2016

Il soggetto come astrazione

Quando ci sforziamo di conoscere il mondo, in realtà lo schematizziamo: facciamo entrare le cose in concetti, in schemi precostituiti.
Uno di questi schemi è la contrapposizione fra mente e corpo, fra noi e il mondo.
Si tratta di schematismi astratti, perché noi non sappiamo dove finisca l’uno e incominci l’altro. Le cose non sono affatto così distinte.
La realtà è unitaria. La mia mente e il mio corpo non sono affatto separati, ma sono l’uno parte dell’altro. Sono un tutt’uno.
Avendo però bisogno di inquadrare le cose, noi le distinguiamo. E distinguendole, le separiamo.
Ora, in meditazione, compiamo il cammino inverso.
Invece di distinguere, riunifichiamo.
Non è la mia mente che sente e pensa. È l’unione corpo-mente che sente e pensa. E non sono neppure “io” che pensa e sente. È un pezzo di mondo che sente, pensa ed è consapevole.

Così, quando il soggetto muore, dobbiamo renderci conto che muore la nostra astrazione. Le cose esplodono in un nuovo ordine.

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