martedì 4 ottobre 2016

Paradiso e inferno

Qualche volta pensiamo a che cosa succederà dopo la morte e ci domandiamo: “Ci sarà una qualche forma di vita o non ci sarà nulla?” E ci consoliamo così “Se ci sarà una qualche forma di vita, non potremo che accoglierla. Se non ci sarà nulla, almeno non ci sarà sofferenza”.
Sembra una risposta serena. Ma ecco che arrivano le religioni, che ci rovinano il quadro, introducendo l’idea di premi e punizioni, di paradisi e inferni.
In realtà, paradisi e inferni sono sempre compresenti e complementari. Non può esserci un paradiso senza che ci sia un inferno e viceversa. Anche su questa Terra avviene così: si può passare da uno stato paradisiaco ad uno stato infernale in un batter d’occhio, e sono a tutti evidenti le disparità tra un destino e l’altro. Qualcuno vive in una specie di paradiso e qualcun altro in una specie d’inferno. Ma questo può succedere anche a ciascuno di noi. Non c’è niente che non si trasformi.
Infatti, non esiste stato che sia durevole e permanente, e i cicli si alternano di continuo.

Ciò vuol dire che, in questa vita o in qualsiasi aldilà, se ci saranno paradisi e inferni, se ci sarà un’alternanza di gioie e di dolori, saremo ancora all’interno di un ciclo duale. E, dunque, non saremo ancora nella trascendenza.

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