mercoledì 26 ottobre 2016

La pace mentale

La mente ha un ruolo: pensare – e lo svolge continuamente. Non è dunque facile fermare i pensieri e fare il vuoto meditativo, che è invece una grande risorsa.
Per fortuna, come tante attività di questo mondo, anche l’attività mentale è discontinua. Se riusciamo a calmarci, magari seguendo il respiro e stando immobili e in silenzio, gli stati mentali rallentano e diventano osservabili.
Dalla frenesia, dalla tensione e dalla confusione abituali, passiamo alla quiete. E noi possiamo notare ciò che emerge: “Questo è un pensiero… questo è un ricordo… questa è rabbia, ecc.”
Però, osservare gli stati mentali non deve trasformarsi in altri pensieri, ma in un semplice prestare attenzione, in un essere consapevoli.
Spostiamo l’attenzione dai contenuti mentali alle pause, ai vuoti, tra l’uno e l’altro. Facciamolo magari la mattina, appena svegli, dopo una notte di sonno profondo, quando la mente non è ancora a pieno regime.
In questi vuoti, ci troviamo immersi in una grande pace.
Fermiamoci qui il più a lungo possibile, tranquilli, vicini alla fonte degli stati mentali, ma non ancora coinvolti in essi. Siamo come immersi in un vasto spazio aperto, senza ansie e senza paure.
In quei momenti scopriamo che la vera pace è innanzitutto pace mentale.
Questo tipo di meditazione ci rende più riposati, più profondi, più intuitivi, più felici e più attenti agli aspetti sottili di noi stessi e della vita.

Poi, purtroppo, ritorneranno le inquietudini. Ma noi avremo imparato una grande lezione.

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