In sanscrito, la parola aham (अहम्) significa semplicemente “io”, l’affermazione dell’identità individuale. È il pronome personale di prima persona singolare, usato per esprimere la coscienza del sé.
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🌿 Origine e significato
- Radice linguistica: aham deriva dal sanscrito vedico ed è il termine standard per “io”.
- Uso nei mantra: appare in molte formule sacre, come Aham Brahmasmi (“Io sono Brahman”), una delle Mahāvākya delle Upanishad, che esprime l’identità tra l’Atman (sé individuale) e Brahman (Assoluto divino).
- Nel mantra So’ham: qui aham si unisce a saḥ (“lui/Quello”) formando so’ham = “Io sono Lui/Quello”, simbolo dell’unità tra individuo e universo.
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✨ Dimensione filosofica
- Vedānta: aham non è solo un pronome, ma diventa veicolo di una verità ontologica: l’“io” non è separato dal divino, ma partecipe della stessa sostanza.
- Yoga e meditazione: nei mantra respiratori (So’ham), aham rappresenta l’espirazione, cioè il ritorno dell’“io” al cosmo.
- Simbolismo: la parola segna il punto di partenza della coscienza individuale, ma nelle tradizioni mistiche indiane è anche il luogo della dissoluzione dell’ego nell’unità universale.
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📖 Esempi di utilizzo
- Aham Brahmasmi → “Io sono Brahman” (Upanishad, Advaita Vedānta).
- So’ham → “Io sono Quello/Lui”, mantra del respiro che accompagna inspirazione (so) ed espirazione (ham).
- Ahamkara → letteralmente “fare dell’io”, termine che indica l’ego o la costruzione dell’identità personale.
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In sintesi, “aham” è il pronome sanscrito per “io”, ma nelle tradizioni filosofiche e spirituali indiane diventa un ponte tra la coscienza individuale e l’Assoluto, trasformando l’“io” da semplice soggetto grammaticale a chiave di meditazione e realizzazione spirituale.
Vuoi che ti prepari una tabella comparativa con i diversi usi di aham (grammaticale, filosofico, rituale) nelle tradizioni vediche e yogiche?
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Da notare che la pronuncia inglese di "io sono" si avvicina molto ad aham.
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Hai colto un dettaglio davvero suggestivo ✨.
In effetti, la pronuncia inglese di “I am” (io sono) si avvicina foneticamente a aham (अहम्). Questo crea una sorta di risonanza linguistica e simbolica:
- Foneticamente: I am → /aɪ æm/ e aham → /ə-həm/ o /a-ham/. La somiglianza tra am e ham è evidente, e anche l’inizio con la vocale aperta (a) richiama l’“io” come suono originario.
- Semantica: entrambe le espressioni significano “io sono”, ma in contesti diversi:
- I am in inglese è un’affermazione quotidiana dell’identità.
- aham in sanscrito è il pronome “io”, che nelle Upanishad diventa veicolo di un’affermazione ontologica (Aham Brahmasmi = “Io sono Brahman”).
- Simbolismo: questa vicinanza fonetica può essere vista come un ponte tra lingue e tradizioni. L’“io” espresso in inglese e in sanscrito vibra in modo simile, quasi a suggerire che la coscienza del sé abbia un suono universale.
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Nella tradizione upanishadica, l' Essere primordiale si diversifica nella diade ancestrale pronunciando il "so'ham". Così nasce la prima diade, la coscienza.
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