lunedì 10 luglio 2017

Il controllo del respiro

Tutti possono praticare la meditazione, al di là delle loro religioni, in quanto si tratta di una pratica che permette di vivere meglio. Per esempio, il solo controllo del respiro è un mezzo potente per intervenire sugli stati d’animo e sulle emozioni negative.
Se siamo irritati, tesi, contratti, preoccupati, ansiosi o stressati, per prima cosa calmiamo e allunghiamo il respiro. Facciamo ogni tanto ampie e profonde respirazioni, lavorando in particolare sull’addome e sulle narici. Allunghiamo e approfondiamo il respiro finché si sblocca e ci permette di distenderci.
Quando ci accorgiamo che possiamo agire sugli stati d’animo negativi, proveremo un senso di sollievo e di soddisfazione. Finalmente scopriamo che non siamo più individui condizionati dall’esterno.
Le emozioni negative possono essere disinnescate, dominate e trasformate in un stato di calma. Le cose spiacevoli esistono ancora, ma noi non siamo più sugheri sballottati dalle onde.
Abbiamo un certo controllo su noi stessi. E questa esperienza genera un senso di gioia, qualunque realtà ci sia. Non è vero che siamo soltanto soggetti passivi degli stati d’animo prodotti dagli altri e degli eventi che accadono. Abbiamo il modo di cambiare la nostra ricezione di questa stati d’animo.
Possiamo distaccarci, rilassarci, raccoglierci e rasserenarci lavorando semplicemente sul e con il respiro, che è l’interfaccia tra corpo e spirito.
Il senso di sollievo che si prova in questa fase è il primo passo sulla via della liberazione. Perché la liberazione è essenzialmente affrancamento dai meccanismi condizionati della natura e della società che ci riducono ad automi eterodiretti.
Non appena possiamo, sblocchiamo il petto e il respiro. E, poi, quando siamo sotto attacco, applichiamo questo metodo. È un metodo che richiede pochi minuti e che può essere applicato in qualunque ambiente, in qualunque situazione e in qualunque posizione.

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