martedì 2 agosto 2016

L'immensità e la piccolezza

Quando parliamo di amore, ci viene in mente la nostra piccola esperienza affettiva: è inevitabile che sia così.
Ma che cosa possono significare questi nostri schemi affettivi, queste nostre meschine possessività, con la realtà dell’incondizionato, dell’infinito, dell’eterno?
Lo stesso vale per la teologia trinitaria, che ci vorrebbe far credere che l’assoluto sia composto di un padre, di un figlio e di una madre en travesti, lo spirito santo. Che cosa possono significare questi nostri schemi famigliari con un’immensità che neppure capiamo?
Il moscerino che si trova di fronte un computer, cercherà di scoprire se c’è qualcosa di appiccicoso sui tasti o sullo schermo. Non cerca e non vede altro.

Il problema è che non solo sono limitate le nostre parole e i nostri pensieri, ma anche le nostre esperienze.

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