domenica 14 agosto 2016

La parabola del pesce affamato

Un pesce scorge un bel verme che ondeggia nell’acqua torbida ed ha un soprassalto di gioia. È convinto di aver finalmente trovato ciò che soddisferà la sua fame. È talmente felice che non sta più nella pelle. Così compie un balzo con la bocca aperta e zac… resta infilzato nell’amo!
Nell’acqua poco chiara, non vedendo bene, spinto dalla fame, si è buttato sull’esca e ha segnato la sua rovina.
Perché è caduto in trappola? Perché ha lasciato perdere la sua abituale prudenza?
È evidente che due cose lo hanno spinto alla morte: la fame e l’acqua torbida. Se avesse guardato bene, se non fosse stato affamato, si sarebbe accorto che in quell’esca c’era un tranello.
Lo stesso succede a noi. Annebbiati dal desiderio, convinti che la nostra soddisfazione si trovi in un certo oggetto o soggetto che intravvediamo appena, perdiamo lucidità, non riusciamo più a guardare con chiarezza, a vedere il pericolo e cadiamo nella trappola.
Dobbiamo dunque allenarci a riflettere, a guardare il lato oscuro delle cose, a guardare bene, con acutezza e chiarezza.

Come sempre, è tutto una questione di visione corretta.

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