sabato 27 agosto 2016

Dominazione e liberazione

Non si possono tagliare le radici della rabbia (e degli altri sentimenti disturbanti) senza portare un’adeguata attenzione a ciò che avviene dentro di noi. Inutile credere o aver fede: occorre un atteggiamento di osservazione per capire che cosa si agita nella nostra psiche: “Questa è rabbia, questo è odio, questa è paura, questa è confusione, questa è agitazione, questa è ansia, ecc.”.
Tutto ciò non ha niente a che fare con le religioni. Siamo ben lontani dalla visione religiosa (cristiana, islamica, ebraica, ecc.) secondo cui saremo salvati (ovviamente da un Dio Altro) se avremo fede – un atteggiamento che rientra nel vecchio rapporto servo-padrone, dominato-dominatore.
Qui si tratta di guardare, di ascoltare, di osservare, di capire… non di essere cani fedeli.
Un cane fedele sarà ricompensato con un osso da rosicchiare o forse riceverà solo bastonate. Vive all’interno del rapporto schiavo-padrone. Deve solo sottomettersi e affidarsi completamente al suo signore. Non potrà mai essere autonomo, non potrà mai diventare padrone di sé… a meno che si trovi abbandonato e ritorni ad essere un animale selvatico.

Che etica può esserci in un cane? Semplicemente quella del recinto dei suoi istinti o dei voleri del padrone. Ma non sarà mai un essere responsabile, libero.

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