domenica 10 agosto 2014

La mala-educación

Primo esempio
Prendiamo il fatto che le donne non possano diventare preti. Perché? Perché Gesù aveva scelto solo maschi. Punto e basta.
Non c’è un ragionamento logico, una qualche giustificazione. È una semplice imposizione. Così aveva fatto Lui. E Lui ha sempre ragione.
Non si tiene conto del fatto che Gesù non aveva scelto una donna tra i suoi discepoli perché, tra gli ebrei del suo tempo, rigidamente maschilisti, le donne non contavano niente e non sarebbero mai state accettate come maestri.
In tal modo si insegna ai giovani a non ragionare, a non contestualizzare, a non contestare e a prendere per comandamento ciò che dipende dalle abitudini (spesso arcaiche,spesso sbagliate) di un tempo. L’ha detto Lui. Ipse dixit. Anzi, ipse fecit.
Allora qualunque corbelleria, qualunque sopruso, viene accettato. Non ci si abitua al discorso critico, ma all’accoglienza fideistica.

Secondo esempio
Un cattolico che commette una cattiva azione va da un prete, si confessa, dice qualche “ave maria” e non ci pensa più. Un protestante, invece, non ha nessuno che lo assolva ed è costretto a fare i conti con la propria coscienza.
Ecco il punto: nella cultura cattolica non si ha mai a che fare con la propria coscienza e tutto è oggetto di scambio tra persone, di patteggiamento. Forse saremo più leggeri, ma certamente siamo più irresponsabili.
Così nascono i tanti farabutti che, quando vengono presi con le mani nel sacco, non mostrano mai un segno di pentimento o di vergogna, né segni di un lavorio della coscienza. E così nasce il tipico carattere italiano: frivolo, superficiale, tutto dedito all’esteriorità.

Ecco due esempi dell’inferiorità della cultura cattolica, della sua grande corruzione. Non c’è mai un rovello interiore, né una crescita della consapevolezza. Da noi non avrebbe mai potuto nascere la psicoanalisi, che invece è stata a lungo osteggiata; e, ancora oggi, non si capisce come gli italiani possano eleggere tanti mascalzoni. Evidentemente non sono capaci di leggere negli animi degli uomini.

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