martedì 19 agosto 2014

Ekagrata

Ekagrata è parola chiave delle tecniche di meditazione. Indica una forma speciale di concentrazione o di attenzione in “un punto solo”, ed è il metodo con cui chi medita cerca di superare la dispersione della mente, di bloccare il flusso mentale e di arrestare l’attività inconscia.
La mente infatti non sta mai ferma a lungo su un oggetto; è come una scimmia che saltella continuamente di qua e di là. Se provate a concentrarvi su qualcosa, vi accorgerete che l’attenzione non supera i tre o quattro secondi: subito subentrano altri pensieri.
L’ekagrata è lo strumento con cui si domina l’attività mentale e si ottengono i vari assorbimenti che a loro volta sfociano nel samadhi, ossia una condizione di coscienza non-duale in cui il conoscente e il conosciuto si fondono in un’unità.
Esercitarsi nell’ekagrata è importantissimo ed è alla base di tecniche fondamentali, come l’esercizio dei mantra. Senza ekagrata non c’è meditazione.
Lo stato di ekagrata è associato a sensazioni di piacere. Quando per esempio facciamo l’amore o siamo concentrati su un lavoro gradito, si tratta di una forma di ekagrata naturale.
Tutte le idee innovative, le scoperte, le intuizioni, le invenzioni, le creazioni e le illuminazioni nascono da uno stato del genere.

L’ekagrata non è semplice “concentrazione su”, ma un “fondersi con”, un eliminare il dualismo – per questo è un atto creativo.

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