sabato 5 novembre 2022

Lo scopo della vita

 

“Che scopo ha la vita?” ci domandiamo. E questa domanda presuppone che tutto abbia uno scopo, che ogni cosa debba avere uno scopo.

E invece la vita non ha scopo. Cioè, non ha uno scopo oltre a se stessa. Lo scopo della vita è… la vita, è vivere. Non c’è un altro scopo.

Questa domanda fa il paio con l’altra: “Qual è il motore primo?” O, se preferite: “Qual è la sua causa? Chi l’ha creata?” Il che presuppone che tutto abbia una causa, che ogni cosa debba essere creata.

E invece la vita non ha una causa, non è creata da niente e nessuno.

Il problema è che diamo abituati a pensare che tutto abbia uno scopo, che tutto abbia una causa, che tutto sia creato.

Da qui l’idea che ci sia un Dio creatore.

Ma è un’idea nata dall’abitudine e dalla pigrizia. Ovvero dai limiti del pensiero. Che deve pensare  in termini di scopo o causa. Altrimenti si sente perduto.

Ma esiste un pensiero, ossia una condizione di mente che è in grado di pensare i limiti del pensiero. E, quindi, più che un pensiero, è un’intuizione, una consapevolezza.

Potremmo chiamarla un non-pensiero. Ma è uno stato cui si arriva dopo aver pensato tutte le possibilità… e averle scartate.

È un tipo di pensiero che trascende il pensiero abituale, che è una specie di pensiero infantile.

Dunque, usciamo dall’infanzia e allarghiamo la mente. Al non-pensiero, all’aldilà del pensiero, al pensiero trascendente.

Pensiamo a una cosa che non abbia scopo, causa, finalità. Quella noi siamo.

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