martedì 23 febbraio 2021

Il non-coinvolgimento

 

Il problema di tutti è che siamo troppo coinvolti, identificati, attaccati noi a noi stessi, come pezzi di scotch, come adesivi. Non so se capite.

Siamo talmente aderenti che non riusciamo a distinguere quale sia il nostro vero sé. Crediamo che tutto ciò che proviamo costituisca ciò che noi siamo, il nostro ego, la nostra mente, la nostra personalità psico-fisica. Quelle esperienze siamo noi?

Fino a un certo punto. Sono esperienze che appartengono alla nostra individualità. Ma c’è una distinzione fra la nostra individualità e ciò che veramente siamo.

C’è chi vive in prima persona, c’è chi è cosciente – ma c’è anche chi osserva tutta questa attività e se ne sta in disparte, senza partecipare. C’è chi conosce il mondo e c’è chi conosce il conoscitore. Diamogli un nome: atman, Sé.

Non dobbiamo scoprirlo con un ragionamento astratto. Mentre piangiamo, ridiamo, calcoliamo, speriamo, amiamo, odiamo, cioè mentre viviamo la nostra vita abituale, c’è chi osserva e rimane distaccato, non coinvolto.

Osservatevi mentre vivete tutte queste esperienze e scoprirete che c’è un osservatore in voi che rimane separato. Lui non è coinvolto e non viene sbattuto qua e là come il vostro povero ego che assomiglia a una foglia al vento. Lui non si identifica con gli stati altalenanti del vostro animo e se ne sta imperturbabile a osservare il caos della vostra vita.

Fate questo esperimento varie volte durante la giornata, fino a trovare questo centro di pace. Dis-identificatevi dal vostro corpo-mente e radicatevi in questo soggetto trascendentale che è il vostro ultimo Sé. Ne trarrete benefici immensi. Salirete al di sopra del piccolo ego e del piccolo mondo, e da lassù osserverete immobili il mobile panorama dei disastri umani.

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