domenica 17 gennaio 2021

Il senso dell'essere

 

Noi e tutti gli esseri viventi abbiamo uno spontaneo senso di esistere, che corrisponde a una rudimentale forma di coscienza. Ma non una generale forma di coscienza, bensì una forma di coscienza legata a un corpo e ad un determinato io. Anche il cane, la formica o la rosa hanno la stessa consapevolezza naturale, seppur in misura maggiore o minore.

Però l’uomo più evoluto può avere un senso di essere non più legato solo al proprio corpo e alla propria persona. Perché può pensare e percepire l’essere svincolato dalle proprie caratteristiche somatiche e psichiche. “Io non solo esisto qui e ora, ma sono! Io non sono solo questo o quello, ma sono!... Io sono e basta!” Si trasforma così nel testimone del proprio esistere.

Tra i due stati di consapevolezza c’è una bella differenza. Il primo è legato al piccolo io. Il secondo ne è svincolato, è separato dal corpo e dalla mente.

Questo passare da un semplice senso di esistere in un corpo e in uno spazio-tempo al senso di essere è il movimento della meditazione.

Resta il fatto che anche questo senso di essere dipende in ultima analisi da un corpo e da una mente. E sparirà con loro.

Che cosa rimarrà allora?

Potremmo dire che non rimarrà nulla. Ma questo nulla non è nessuna cosa: è piuttosto qualcosa al di là tanto dell’essere quanto del non essere. Sta prima o dopo. Questa è veramente la nostra natura ultima o prima. Che però non può essere descritta a parole.

Nessun commento:

Posta un commento