giovedì 14 gennaio 2021

Domande

 

Il nostro universo e la nostra coscienza sono l’infinito che si è ristretto o qualcosa che vuole nascere dal nulla? Sono la luce originale che si è ridotta o una piccola luce che inizia a brillare nel buio e vorrebbe espandersi? Sono il Dio che si è autolimitato o il Dio che cerca faticosamente e dolorosamente di emergere?

Contrapposizioni che sanno di antinomie mentali e che dunque non possono essere risolte. Una visione trascendente sarebbe capace di superarle verso l’unità. Ma non noi.

Noi abbiamo problemi concreti: come mangiare e come combattere povertà, malattie, invecchiamento e morte. Eppure, se non rispondiamo a queste domande, non sappiamo se valga la pena vivere e combattere, o se sia tutto un gioco illusorio, per cui tanto vale non far niente.

Resta il fatto che siamo sofferenti, anche quando stiamo fisicamente bene.

Farsi una risata aspettando l’annientamento o guardare atterriti la nostra disgregazione? O l’uno e l’altro, secondo l’umore?

C’è chi crede in un Dio per combattere l’angoscia, per affidarsi a un’autorità Superiore (ci pensi lui!). M anche questo è un sintomo di sconforto. Una resa senza condizioni.

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