lunedì 4 dicembre 2017

Il fondamento divino dell'etica

Perché non convince il tentativo fatto da tanti credenti di sostenere che solo un’etica religiosa ha un fondamento?
Perché tra Dio ed etica non c’è niente in comune. Il Dio di cui parlano le religioni, con i suoi comandamenti, non è il Dio che vediamo in azione, ma un Dio immaginato dall’uomo.
Questo Dio sarà anche un’utile funzione per imporre un’etica, ma è comunque limitato. E infatti le etiche religiose sono diverse tra loro (per esempio sul tema dell’aborto) e possono arrivare a considerare lecita la guerra santa o lo sterminio degli infedeli.
Ecco perché anche l’etica religiosa è comunque arbitraria.
Il punto è che tutte le etiche hanno un fondamento sociale; sono cioè stabilite dall’uomo per regolamentare se stesso.
La vera etica del Dio-Natura è quella che vediamo in azione nel mondo e nell’Universo. Un’etica che ha un unico imperativo: la continuazione e la propagazione della spinta vitale, la selezione del più forte, la distruzione del più debole e del minorato – insomma un’etica del tutto disumana, al di là del bene e del male.
Ogni etica ha dunque un fondamento umano. Prendiamo un comandamento fondamentale: non uccidere. È pensata dall’uomo per l’uomo. Ma non da Dio, che ci uccide tutti e che ha creato un mondo basato sull’uccisione.

È l’uomo che, con tutti i suoi difetti, cerca di correggere la disumanità di Dio.

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