domenica 29 gennaio 2017

L'interconnessione universale

Noi siamo tutti connessi, siamo interconnessi, siamo cioè gli uni in rapporto con gli altri. E questo mi sembra incontrovertibile. Siamo il prodotto di un’interconnessione fra individui.
Ma non basta. Ognuno di noi, dato che è una coscienza, è in rapporto con se stesso. Quindi, anche se ci consideriamo esseri o enti individuali, dovremmo considerarci dei rapporti. Siamo dei rapporti che sono in rapporto con altri rapporti.
Siamo interdipendenti, perché nasciamo dal rapporto tra altri individui e in primis dei nostri genitori. Ma poi ci rapportiamo con noi stessi.
Potremmo dire che tutto è rapporto in questa vita. Non monadi che entrano in rapporto tra di loro. Ma rapporti costituzionali che, in sé, non esistono. Esistono solo in quanto rapporti che si rapportano.
In tutto questo l’”in sé” si perde o non è mai esistito. Dalla prima coppia in poi nessuna persona è mai stata sola ed autonoma. Anche se vi portassero, subito dopo nati, in un isola disabitata, sareste comunque già un rapporto. E nessuno del resto potrebbe nascere e crescere da solo: ci vuole sempre qualcun altro che lo sostenga.
Non possiamo dunque comprendere noi stessi se non comprendiamo tutti i rapporti esterni e i loro riflessi nel rapporto interiore che ognuno è e ha in se stesso.
Quando mi isolo e tento di sapere chi sono, in realtà non posso saperlo – se non spiegando una serie di rapporti, secondo un’interconnessione così complessa che non è comprensibile. Ecco perché alla domanda o alla richiesta di conoscere se stessi, non si può veramente rispondere. Noi non possiamo essere (interamente) noi stessi. È impossibile. Possiamo al massimo ritagliarci un piccolo sé o ego illudendoci che sia tutto, mentre non può che essere una parte.
Ora questa parte vorrebbe conoscere se stessa. Ma non può farlo senza conoscere il tutto della gigantesca rete di interconnessione di cui fa parte.
Questa matassa non ha il bandolo. Ciò che si crede un bandolo, è un piccolo ritaglio.

Solo se ci mettiamo dalla parte del tutto, e non del singolo individuo, possiamo intuire qualcosa.

Per capire, ci vogliono menti universali, non particolari.

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