giovedì 28 febbraio 2013

Non uccidere?


Sarebbe comodo avere un manuale di istruzioni che ci dicesse che cosa fare e non fare nei vari casi della vita; sarebbe comodo avere un decalogo di comandamenti o di divieti, magari attribuito a qualche Dio. Sarebbe comodo, ma ci renderebbe stupidi e irresponsabili. Non è così che si risponde ai problemi. Aborto, eutanasia, guerra, non uccidere... non è possibile prendere una posizione definitiva, non c'è una risposta univoca. La semplificazione del dogma religioso non risolve nulla e ti scarica apparentemente la coscienza, cioè ti rende irresponsabile. Se fossi e una donna e venissi violentata, sarebbe giusto che fossi costretta ad avere quel bambino? Se avessi un parente che sta agonizzando per qualche malattia fisica o mentale, sarebbe giusto non aiutarlo a liberarsi da quella sofferenza? Siamo tutti contrari alla guerra, ma se il mio paese venisse assalito da un nemico esterno, sarebbe giusto assecondarlo e arrendersi senza combattere? Le circostanze sono le più varie e non è possibile avere una soluzione prefabbricata per tutte. In alcuni casi sarebbe giusto così, in altri sarebbe giusto il contrario. Ci vuole coraggio a vivere e bisogna assumersi le proprie responsabilità. In certe circostanze non ci aiuteranno né Gesù né Buddha: dobbiamo vedercela noi, da soli.
Seguire i dogmi di qualche religione significa in realtà scaricarsi la coscienza. È come il nazista che diceva: "Ho solo eseguito gli ordini!" Ma tu sei in grado di ragionare con la tua testa, sei in grado di distinguere il giusto dallo sbagliato? Questa è l'etica della responsabilità. Finora, obbedendo agli dei, abbiamo seguito l'etica dell'irresponsabilità.
Non sopprimere la vita degli animali, giusto. Ma che cosa fare con una belva che ti aggredisce o con la zanzara che ti punge? E poi chi l'ha detto che la vita di un animale sia più preziosa di quella di un carciofo? Perché non mangiare carne se poi dobbiamo uccidere comunque la vita di esseri vegetali? Domandate al carciofo se è più importante la vita di un vegetale o quella di un cucciolo animale: io so che cosa vi risponderà.
E poi, in questo bailamme, come mai il Dio che ingiunge di non uccidere, crea una vita in cui, per mangiare, è necessario uccidere altri esseri viventi, animali o vegetali che siano?
No, non saranno mai i decaloghi a salvarci; tutt'al più ci aiuteranno a non pensare - il che è grave.
Dobbiamo invece pensare, riflettere, meditare e, alla fine, decidere e assumerci la responsabilità. Caso per caso. La vita non è un libro scritto.

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