lunedì 4 febbraio 2013

ll fatalismo


Ascoltavo alla radio il discorso di un rabbino ebreo il quale parlava di etica e di morale. E diceva: "Tutto dipende da Dio. Dio è il padrone di tutto. Non c'è foglia che non si muova che Dio non voglia. Se uno è un giusto, lo vuole Dio. Se uno è un peccatore, lo vuole Dio..." e così via. Idee simili le ritroviamo nelle religioni che sono derivate dal giudaismo: cristianesimo e islam. Tutto è voluto da Dio, tutto è deciso da Dio, Dio è il creatore e il padrone di tutto. Quindi, se vi succede qualcosa di male... sapete con chi prendervela. Lo vuole Dio!
Con simili idee, non ci si meraviglia se queste religioni hanno dato vita a regimi totalitari, in cui l'autorità terrena viene considerata una rappresentante dell'autorità divina. Ecco perché George Bernrad Shaw diceva che "l'arte del governo è l'organizzazione dell'idolatria."
Idee del genere sono agli antipodi di una religione come il buddhismo, dove non si crede affatto a questo tipo di Dio e a questo genere di fatalismo. Nel buddhismo si pensa che ognuno sia l'artefice del proprio destino... purché diventi consapevole che la sua natura è stata pesantemente condizionata da convinzioni (quali per esempio quelle delle religioni) che lo inducono a credere di essere una semplice marionetta, guidata dall'esterno.
"Guardati dall'uomo il cui dio è nei cieli." George Bernard Shaw

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