Da una parte
sembra molto difficile riuscire a meditare nella vita moderna, organizzata
proprio per non farci riflettere, per
essere delle trottole in continuo movimento. Dall'infanzia alla vecchiaia,
tutto è predisposto per riempire il nostro tempo, per trasformarci in
studenti-lavoratori-pensionati che devono correre da mane a sera. Tra lavoro e
famiglia rimane ben poco tempo per noi stessi. Al punto che, quando ce ne resta
un po’, ci sentiamo smarriti - chi sarà quell'estraneo con cui abbiamo
improvvisamente a che fare? Anzi, se non facciamo qualcosa di attivo, se non lavoriamo,
ci vergogniamo. In tal senso, siamo come automi o morti viventi. “Molte volte
sono tentato di chiedere a chi incontro: 'Da quanto tempo siete morto?'” scriveva
M. Maertenlinck.
Ma è proprio la morsa di questa vita che
ci spinge a desiderare un attimo di tregua, un momento in cui stare in
compagnia di noi stessi. Da qui nasce la necessità e la pratica della
meditazione.
Dobbiamo riappropriarci di noi stessi.
Per riappropriarci di noi stessi - non
solo del tempo che ci viene tolto, ma anche di intere parti della nostra
personalità che vengono sacrificate sull'altare del lavoro, della famiglia e
degli impegni sociali - dobbiamo
imparare a ritornare spesso dentro di noi, silenziosi. Infatti, come diceva
sant'Agostino, "riconosci, dunque, quale è la cosa che più ti conviene.
Non uscire fuori da te, ritorna in te stesso. La verità abita nell'interiorità
dell'uomo."
Questo è il punto. A contatto con gli
altri e con la società, sviluppiamo certe parti di noi stessi, mentre altre
rimangono del tutto in ombra - e di solito sono i lati più sensibili e più
profondi. La società ci fa duri, combattivi e competitivi, ma anche
superficiali e materialisti. Siamo costretti a combattere per la sopravvivenza.
E ci sembra che l'esistenza sia tutta lì. Tuttavia dentro di noi sentiamo che
siamo insoddisfatti, che ci dev'essere qualcos'altro, qualche altra esperienza,
qualche altra dimensione. Che senso ha la vita?
Per rispondere a questa domanda, dobbiamo
smettere per un po' di muoverci e dobbiamo volgere l'attenzione non più sulle
cose esterne. "La gente guarda
sempre di fronte; io ripiego la mia vista al di dentro, la fisso, la trattengo
lì" scriveva Montaigne.
Questo è il processo della meditazione:
far tornare alla luce ciò che era sepolto, trovare un senso della vita che non
sia semplicemente un fare, riscoprire il nostro essere integrale. "Impara
ad essere ciò che sei" cantava Pindaro. Perché in realtà non lo sai, sei estraneo a te stesso.
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