Pare proprio che i pedofili sentano un irresistibile impulso a
farsi preti, forse perché il loro ambiente di lavoro favorisce il contatto con
le giovani vittime. Tempo fa abbiamo appreso che il cappellano del carcere di
San Vittore a Milano è stato arrestato perché accusato da sei detenuti
stranieri di aver richiesto prestazioni sessuali in cambio di condizioni di
favore all'interno della prigione.
Ora, senza fare del
moralismo, ciò che colpisce in queste vicende è la doppia vita e la doppia
personalità di questi sacerdoti, che da una parte fanno bei discorsi sulla
necessità di aiutare e "salvare" gli individui e dall'altra li
sfruttano sessualmente. Evidentemente, l'educazione cattolica nei seminari crea
una scissione nella personalità di questi soggetti. Da una parte le esigenze
ideali di una professione-missione e dall'altra l'incoercibile pulsione
sessuale.
Ma la verità è che non
basta reprimere la sessualità per farla scomparire: lo sanno tutti - tranne il
Papa. Anzi, la repressione le fa imboccare vie deviate e in più crea quel
tipico comportamento dei preti cattolici che con vocette in falsetto, lunghe
gonne e frasi preconfezionate vorrebbero salvare gli altri senza riuscire a
capire se stessi e senza poter dar sfogo alle proprie esigenze naturali.
Un'educazione profondamente sbagliata, che non tiene conto della più elementare
psicologia.
I cattolici che parlano
tanto di “matrimonio naturale” costringono poi i loro sacerdoti a esistenze del
tutto innaturali. Oltretutto, questi preti non si limitano a fare soltanto
sesso (che è un diritto inalienabile dell'essere umano), ma fanno anche un
sesso ricattatorio, ossia sfruttano il loro piccolo o grande potere per
violentare giovani vittime. Sono doppiamente perversi. Sono quelli di cui Gesù
diceva che avrebbero fatto meglio a legarsi una macina al collo e buttarsi a
mare.
E pensare che ci sono
famiglie che credono ancora che l'educazione cattolica sia la più morale e
pagano fior di rette per mandare i loro figli nelle scuole dei preti e delle
suore. Di recente proprio una suora è stata accusata di aver violentato una
bambina e tante altre sostengono di essere state violentate da preti evidentemente
affamati.
Ma la galleria degli
orrori cattolici non finisce qui. Sentite questa notizia presa da Repubblica.it
e riferita da Michela Marzano: "Savita è morta di setticemia
all'University Hospital di Galway, in Irlanda. Era una dentista trentunenne di
origine indiana, incinta di quattro mesi. E questo bambino lo voleva veramente.
Solo che, durante la gravidanza, qualcosa è andato storto. E quando la donna si
è presentata in ospedale dichiarando di soffrire di dolori lancinanti, i
medici, nonostante le evidenti complicazioni, hanno rifiutato di praticare un
aborto terapeutico. 'Finché si sente il battito cardiaco del feto, non possiamo
far niente. L'Irlanda è un Paese cattolico', le hanno risposto in ospedale.
Costringendo Savita ad aspettare e a soffrire in silenzio. Fino a quando il
cuore del feto ha smesso di battere. Anche se, per la madre, era ormai troppo
tardi."
Cosa non si fa per evitare
un aborto! Anche uccidere la madre!
Certo il fanatismo
religioso e il dogmatismo distruggono la ragione umana. Aveva ragione Sigmund
Freud a sostenere che la religione è una nevrosi ossessiva dell'umanità. "Quando
la morale viene fondata sulla teologia e il diritto su un'autorità divina,” diceva
Ludwig Feuerbach, “le cose più immorali, più ingiuste e più vergognose possono
avere il loro fondamento in Dio e venir giustificate."
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