Nel buddhismo si crede in una Legge suprema (il Dharma) che regola
il mondo e che potrebbe essere assimilata ad un Dio. Però si noti la
differenza: non c'è un Dio che l'abbia creata, non c'è un Dio che intervenga
nell'universo per proteggere od ostacolare, non c'è un Dio che faccia miracoli
per questo o per quello. Il Dharma è una legge imparziale, obiettiva, come una
legge fisica, come la legge di gravità. Ed è una legge retributiva: ad ogni
azione corrisponde una conseguenza. Se fai male, pagherai questo male, nella
vita attuale o in un'altra vita . Se fai bene, otterrai dei vantaggi, oggi o
domani. Quindi ognuno è artefice di se stesso, ognuno ha il destino che si
merita. E nessuno può cambiare questa Legge.
Invece, chi crede in
Dio-Persona crede in un Potere che può intervenire a suo piacimento a cambiare
le cose, magari con un miracolo, a suo insindacabile giudizio. "Io sono il
Padrone e faccio quel che mi pare!" Si prenda il caso di Giobbe, perseguitato
ingiustamente, senza una ragione, da un Signore intemperante e capriccioso, un
po' come un satrapo orientale.
Anche Gesù, equiparato
dai suoi credenti al "Figlio di Dio" e dunque a Dio, fa i suoi
miracoli per favorire qualcuno, o perché lo conosce personalmente o perché è un
amico o un parente di qualcun altro. Lazzaro, per esempio, era il fratello di
Marta e Maria, amiche e seguaci di Gesù. E una donna guarita era la suocera di
Pietro. Questo vi ricorda qualcosa?
Sì, la nostra società
cattolica - la società dei favori, dei privilegi, dei raccomandati, di quelli
che conoscono le persone giuste, di quelli che sono parenti o amici di qualcuno
che conta, ecc.
Insomma, come uno è,
così è il suo Dio - e, viceversa, il Dio in cui crediamo forgia la nostra
società. Se dunque c'è tanta ingiustizia e arbitrarietà, se non c'è
imparzialità, sapete da dove viene questa forma mentis.
"Come l'uomo pensa, quali sono i suoi princìpi, tale è il suo
Dio; quanto l'uomo vale, tanto e non più vale il suo Dio. La coscienza che l'uomo
ha di Dio è la conoscenza che l'uomo ha di sé".
Feuerbach,
L'essenza della religione
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