Se le cose
ci vanno male, se ci sentiamo infelici, se ci sembra di non vivere, è probabile
che siamo prigionieri di limiti che ci siamo autoimposti. Ma, se guardiamo a fondo, scopriamo che quei limiti
sono in realtà i limiti che qualcuno ci ha imposto: famiglia, scuola,
religione, società, ecc. Noi li abbiamo accettati, più o meno coscientemente, e
ora li viviamo come nostri.
Dobbiamo
dunque liberarcene, dobbiamo scrollarci di dosso questi limiti autoimposti o
imposti da altri.
Siamo noi
che dobbiamo vivere la nostra esistenza, in prima persona. Non gli altri, non
la società, non il dovere!
Quando ci
troviamo in mezzo a una tempesta che ci sbatte qua e là e ci fa soffrire,
cerchiamo l’unico luogo dove possiamo ripararci, prendere fiato e capire ciò
che ci succede.
Questo “luogo”
– silenzioso e libero - è all’interno di noi stessi, in fondo a noi stessi,
nell’occhio immobile del ciclone.
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