domenica 28 aprile 2019

Il potere del denaro e il potere dello spirito


I ricchi sono tutti uguali. La loro unica arma sono i soldi. E, se sono credenti o se vogliono acquisire consenso popolare, fanno beneficenza… tutta roba che deve vedersi e suscitare ammirazione.  Il loro ragionamento è sempre lo stesso: “Se io costruisco questa chiesa o se faccio donazioni alla religione, ne avrò certamente un ritorno, in questa vita o nell’altra.
Così ragionava anche il potente imperatore cinese Wu all’epoca in cui sentì parlare di Bodhidharma, un monaco buddhista di origine indiana che diffondeva i principi della nuova religione che più tardi sarebbe diventato lo zen. Un giorno lo mandò a chiamare e gli domandò: “Ho fatto costruire templi, ho fatto tradurre sacre scritture, ho sovvenzionato tanti monaci… quali meriti ho ottenuto?”
“Nessun merito.”
“Come mai?” gli rispose contrariato l’imperatore che era convinto di aver acquisito un buon posto in cielo o una favorevole rinascita in questo mondo.
“Perché in tutte queste opere non c’è alcun merito.”
“Ma allora come si accumula il merito religioso?”
“Comprendendo la vera natura delle cose.”
L’imperatore non capiva. “Quali sono i sacri principi della tua nuova religione?”
“Che non c’è alcun sacro principio.”
“Allora tu chi sei?”
“Nessuno lo sa.”
“Ma che cosa insegni?”
“Insegno qualcosa che avviene al di fuori delle scritture, indipendente da parole e da lettere. Punta direttamente allo spirito dell’uomo e consiste nel contemplare la propria vera natura.”

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