Qualche volta, quando vediamo morire prematuramente qualcuno, ce
la prendiamo con Dio o con il destino, oppure ci diciamo che è stato un caso,
un incidente, e concludiamo che il mondo è incomprensibile e che è solo questione
di fortuna o di sfortuna. Ma dobbiamo pensare che noi possiamo osservare solo
una piccolissima parte della vita e che ci manca una visione d'insieme. Può
darsi che il compito di quella persona si sia esaurito e che un anno o dieci
anni di più non avrebbero aggiunto nulla. Può darsi che quella persona abbia
vissuto in quei suoi pochi anni quello che noi - teste più dure - dobbiamo
vivere in un tempo più lungo. Sì, perché la vita è come una lezione in cui
bisogna imparare qualcosa. C'è chi lo impara subito e c'è chi è più tardo di
comprendonio.
Questo discorso vale anche per un bambino, anche per un neonato,
anche per un essere che ha vissuto per pochi minuti?
In realtà noi non sappiamo che cosa ci sia stato prima, quali vite
abbia già vissuto, quale fosse il suo compito. Noi sappiamo ben poco. Siamo qui
per un soffio di vita.
Sì, anche noi siamo qui per la durata di un soffio. E poi ce ne
andremo. Siamo di passaggio, in un viaggio infinito. Non possiamo illuderci di
piantare qui le tende.
Sarebbe meglio tenere sempre a portata di mano un bagaglio
leggero, tanto leggero da potere essere portato con noi, nel nostro spirito,
quando le sostanze del nostro corpo si dissolveranno e non rimarranno che le
sostanze sottili, tenute insieme dal filo del nostro destino o karma. Teniamo
sempre presente che il cambiamento ci attende, che siamo destinati a una grande
trasformazione, che non possiamo perdere troppo tempo qui.
Il tempo che misuriamo in anni può equivalere a pochi istanti di
vita. Il tempo è del tutto relativo e ottanta o novanta anni possono essere
condensati in un attimo.
Non vediamo l'immensità dell'universo e il continuo viavai di
esistenze? Può darsi che a quel neonato bastasse dare uno sguardo a questo
mondo e che poi abbia proseguito la sua avventura altrove.
Noi non comprendiamo e quindi ci disperiamo e soffriamo. Ma, se
dal nostro punto di vista, è una perdita, dal punto di vista dell'universo è un
semplice spostamento. È come una bolla che si forma e scoppia in un istante.
"Il vero saggio, così come non gli dispiace di vivere, non
teme di non vivere più" diceva Epicuro
In questo immenso cosmo, noi ci incrociamo per pochi istanti e poi
riprendiamo la nostra corsa, come treni in continuo movimento. Non è detto che
vivere a lungo sia un segno di fortuna o di saggezza. Quella persona è
semplicemente scomparsa alla nostra vista. E presto anche noi scompariremo.
Forse prima o poi ci ritroveremo. Ma allora avremo una conoscenza
più ampia delle leggi che regolano l'universo e potremo capire quello che
adesso ci sembra incomprensibile. Certo, ci vuole una visione profonda delle
cose. Non siamo mai soli, non nasciamo mai veramente e non moriamo mai.
Continuiamo a trasformarci, a passare da uno stato all'altro, da una dimensione
all'altra. Ma il viaggio continua.
"Tutto è energia o manifestazione di energia. Nessuna energia
si perde, nessuna energia si crea" diceva il Buddha (nel Sutta-Pitaka) anticipando Eraclito e poi
il principio di Lavoisier:
“Nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”.
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