domenica 7 aprile 2019

Caducità ed eternità dell'uomo


Qualche volta, quando vediamo morire prematuramente qualcuno, ce la prendiamo con Dio o con il destino, oppure ci diciamo che è stato un caso, un incidente, e concludiamo che il mondo è incomprensibile e che è solo questione di fortuna o di sfortuna. Ma dobbiamo pensare che noi possiamo osservare solo una piccolissima parte della vita e che ci manca una visione d'insieme. Può darsi che il compito di quella persona si sia esaurito e che un anno o dieci anni di più non avrebbero aggiunto nulla. Può darsi che quella persona abbia vissuto in quei suoi pochi anni quello che noi - teste più dure - dobbiamo vivere in un tempo più lungo. Sì, perché la vita è come una lezione in cui bisogna imparare qualcosa. C'è chi lo impara subito e c'è chi è più tardo di comprendonio.
Questo discorso vale anche per un bambino, anche per un neonato, anche per un essere che ha vissuto per pochi minuti?
In realtà noi non sappiamo che cosa ci sia stato prima, quali vite abbia già vissuto, quale fosse il suo compito. Noi sappiamo ben poco. Siamo qui per un soffio di vita.
Sì, anche noi siamo qui per la durata di un soffio. E poi ce ne andremo. Siamo di passaggio, in un viaggio infinito. Non possiamo illuderci di piantare qui le tende.
Sarebbe meglio tenere sempre a portata di mano un bagaglio leggero, tanto leggero da potere essere portato con noi, nel nostro spirito, quando le sostanze del nostro corpo si dissolveranno e non rimarranno che le sostanze sottili, tenute insieme dal filo del nostro destino o karma. Teniamo sempre presente che il cambiamento ci attende, che siamo destinati a una grande trasformazione, che non possiamo perdere troppo tempo qui.
Il tempo che misuriamo in anni può equivalere a pochi istanti di vita. Il tempo è del tutto relativo e ottanta o novanta anni possono essere condensati in un attimo.
Non vediamo l'immensità dell'universo e il continuo viavai di esistenze? Può darsi che a quel neonato bastasse dare uno sguardo a questo mondo e che poi abbia proseguito la sua avventura altrove.
Noi non comprendiamo e quindi ci disperiamo e soffriamo. Ma, se dal nostro punto di vista, è una perdita, dal punto di vista dell'universo è un semplice spostamento. È come una bolla che si forma e scoppia in un istante.
"Il vero saggio, così come non gli dispiace di vivere, non teme di non vivere più" diceva Epicuro
In questo immenso cosmo, noi ci incrociamo per pochi istanti e poi riprendiamo la nostra corsa, come treni in continuo movimento. Non è detto che vivere a lungo sia un segno di fortuna o di saggezza. Quella persona è semplicemente scomparsa alla nostra vista. E presto anche noi scompariremo.
Forse prima o poi ci ritroveremo. Ma allora avremo una conoscenza più ampia delle leggi che regolano l'universo e potremo capire quello che adesso ci sembra incomprensibile. Certo, ci vuole una visione profonda delle cose. Non siamo mai soli, non nasciamo mai veramente e non moriamo mai. Continuiamo a trasformarci, a passare da uno stato all'altro, da una dimensione all'altra. Ma il viaggio continua.
"Tutto è energia o manifestazione di energia. Nessuna energia si perde, nessuna energia si crea" diceva il Buddha (nel Sutta-Pitaka) anticipando Eraclito e poi il principio di Lavoisier:
“Nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”.

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