In meditazione (e nella vita) è utile essere consapevoli degli
stati mentali dominanti che si provano momento per momento: agitazione, avversione,
odio, gelosia, desiderio, paura, ansia, noia, angoscia, ecc. È una buona
abitudine definire questi stati mentali, che si susseguono, apponendo loro
un'etichetta: "Questa è agitazione, questa è avversione...ecc." in
modo da isolarli con precisione. Già il fatto di esserne consapevoli, li
smorza, attenuando la loro negatività.
Lo scopo della meditazione
è infatti non solo prendere coscienza degli stati d'animo che ci occupano la
mente, ma anche di favorire uno stato di calma, di distacco e di chiarezza.
Questa operazione è importante agli effetti della meditazione, e agli effetti
della vita stessa, che diventerà più equilibrata.
Ovviamente questo tipo di
meditazione può essere eseguito in qualsiasi momento della giornata e in
qualunque posizione. Come mi sento ora? Qual è lo stato d'animo prevalente?
Per disattivare stati come
l'odio o l'ira, che disturbano fortemente l'individuo facendolo soffrire e
impedendogli di vedere imparzialmente le cose, si può accompagnare la presa di
coscienza con la respirazione e/o con la ripetizione mentale di un mantra, per
esempio "cal-ma" (cal con l’inspirazione
e ma con l’espirazione) La calma
infatti è il fattore fondamentale per liberarsi delle preoccupazioni
contingenti e approdare ad uno stato di pace che permette di vedere con
chiarezza se stessi e il mondo che ci circonda. È questo vedere cui si allude
con il termine illuminazione.
La chiara visione che
si raggiunge con questo metodo ci aiuterà a capire meglio le verità
fondamentali del mondo e comunque ci aiuterà a superare le difficoltà e le
sofferenze.
“Nella calma e nella tranquillità c'è guarigione, mentre nel
calore e nella passione non può esserci cura.” Milindapanha
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