lunedì 8 aprile 2019

Il luogo della pace


C'è chi si da molto da fare, e lotta dall'alba al tramonto, per costruirsi una casa o un rifugio in cui potersi ritirare periodicamente per ritrovare la pace. Ma le cose non sono così semplici; affidare ad un luogo esterno il proprio equilibrio espone a grandi delusioni. I nostri pensieri, infatti, li portiamo sempre dentro di noi, e così le nostre preoccupazioni, i nostri problemi irrisolti. Non c'è niente da fare: all'esterno di noi non può esserci pace se non per brevi periodi, perché questo mondo è stato costruito sull'instabilità e sul cambiamento continuo.
       La via migliore è cercare di trovare la quiete dentro di noi, riuscendo a vedere quante illusioni nutriamo, riuscendo a calmare la febbre che ci brucia. Come diceva Marco Aurelio, "in nessun altro luogo un uomo si può ritirare trovando più quiete o libertà che nella propria anima." Ma l'anima va ripulita, va purificata, va calmata, altrimenti sarà contaminata dalle stesse ansie che divorano la mente quotidiana; non ci si può staccare d'incanto dal mondo esterno e ritrovare un'anima tranquilla. Bisogna prima addestrarsi con vari metodi: l'investigazione dell'interiorità, l'osservazione degli stati mentali, l'addestramento alla calma.
A questo serve la meditazione. Diceva il Buddha: "Coltivando nella mente un calmo pensare si giunge, in verità, in questo stesso mondo al sentiero della pace".
In realtà, troppe volte ci lasciamo prendere dagli stati d’animo del gruppo in cui viviamo (la coppia, la famiglia, la società, la nazione, ecc.) perdendo l’equilibrio, il distacco e la nostra autonomia.
La liberazione consiste nello smettere di essere semplici casse di risonanza e di continuare a vibrare a modo nostro.
       



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