Il
termine rinuncia non piace: sembra avere una connotazione negativa. Rinunciare
per noi significa privarci di qualcosa, e puzza di sacrificio e di penuria. Ma
le cose non stanno così. Si può rinunciare a qualcosa di dannoso: per esempio,
chi non rinuncerebbe al mal di denti o ad un cibo avariato? Certo, questa non
sarebbe una rinuncia, ma evitare qualcosa di doloroso. Se però pensiamo a un
cibo molto buono, ma anche dannoso per il nostro colesterolo, ecco che ci
avviciniamo di più al significato di rinuncia in senso spirituale o religioso.
Rinuncio a qualcosa che sembra all'apparenza buono, ma che risulta alla fine
deleterio. E qui si apre il dibattito.
Quante cose rientrano in questa categoria
dell' "apparentemente buono ma sostanzialmente cattivo"? Purtroppo
molte, e non sempre è chiaro fin dall'inizio quali siano. Non si può stabilire
in anticipo un elenco astratto e dogmatico. Questo fa bene, questo fa male. Se
fosse così semplice, tutto sarebbe chiaro. E invece ci troviamo in un mondo
dove tutto è ambiguo e ambivalente. Una cosa può far bene e a uno e far male a
un altro; una cosa può far bene in un certo momento e far male in un altro
momento. Allora, come orientarci? Resta il fatto che la conoscenza e la
riflessione giocano un ruolo molto importante. Nel caso del cibo, se io fossi
del tutto ignorante, mangerei sicuramente cose che alla fine mi farebbero
schiattare. Lo stesso avviene in campo spirituale: che cosa fa bene alla mia
evoluzione e che cosa la danneggia?
Una volta si diceva che la sessualità era
la nemica dell'uomo religioso. Gli asceti dell'antichità si vietavano un sacco
di cose e praticamente rinunciavano a qualsiasi piacere. Ma si tratta di un errore.
Questi tipi di rinuncia possono essere molto deleteri. Nessuno è mai andato in
paradiso o ha raggiunto l'illuminazione solo rinunciando ai piaceri della vita.
Semmai, così facendo, è sicuro che vivrà in una specie di inferno anticipato.
Agli effetti dell'evoluzione spirituale, una sessualità felice può
essere più utile della castità: la repressione infatti accresce il malessere
psicologico, allontana dagli altri e può portare a perversioni in altri campi.
Nello stesso tempo, una cattiva sessualità, una sessualità ossessiva o fatta
con odio o indifferenza, può essere altrettanto negativa. In entrambi i casi,
veniamo bloccati e non ci evolviamo. Questo è il punto. Dobbiamo meditare ogni
volta su che cosa fa bene o male alla nostra salute spirituale e non scegliere
partiti presi. Dobbiamo rinunciare all'illusione che ci sia un decalogo di
queste cose inciso per sempre nella pietra. Anche questa è una rinuncia.
Capite ora in quanti altri modi si può
usare il termine rinuncia? Rinunciare alle illusioni, rinunciare ai
preconcetti, rinunciare al dogmatismo, rinunciare alle certezze infondate,
rinunciare alle ossessioni, ecc. E queste rinunce sono molto più importanti di
quelle semplicemente materiali.
Nessun commento:
Posta un commento