Sempre più
spesso apprendiamo dell'uccisione di fedeli di una religione da parte dei
fondamentalisti di un’altra religione. In Africa e in Asia, in nome della loro
fede, gruppi di fanatici religiosi si sentono in dovere di eliminare dai loro
paesi la presenza delle altre fedi, sentita evidentemente come delle minacce.
Nel
condannare questi assassinii, notiamo che la fede in Dio non migliora gli
istinti degli uomini. Anzi, li peggiora. In un certo senso, essere religiosi è
come essere tifosi: si parteggia per una squadra sentendo tutte le altre come
rivali.
Quello che
manca al mondo è una religione veramente universale, capace di unire gli
uomini. Le religioni attuali, basate sul monoteismo, sollecitano piuttosto gli
istinti belluini. Si basano più su un meccanismo di esclusione che su uno di
unione: “chi non è con me è contro di me”. Certo, questo succede perché l'uomo
stesso si individua in quanto ego, che non solo è separato ma è proprio contrapposto. Io sono in quanto mi identifico
contrapponendomi a un altro.
Una
religione veramente universale dovrebbe, più che adorare qualche profeta, Dio o
Messia, colpire alla base questa identificazione. È l’io monoteista il vero pericolo.
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