Talvolta le
religioni sono le grandi nemiche della libertà dell'uomo. Inutile indorare la
pillola e distinguere fra questa e quella. In nome di una fede - che non potrà
mai essere dimostrata - impongono comportamenti, leggi, principi, modi di
pensare, culti e scale di valori che possono anche essere molto nocivi.
Soprattutto danno per scontato che la verità possa essere imposta in modo
coercitivo dall'alto. Le religioni non ammettono critiche o confronti - e
proprio per questo sono antidemocratiche e antiscientifiche. Nate millenni fa,
portano con sé valori di un mondo superato. Sono dunque una vera e propria palla
al piede per lo sviluppo delle società moderne.
Il cristianesimo non fa eccezione. Basti
vedere com'è organizzata la Chiesa, senza possibilità di dissenso, senza
democrazia. Una struttura verticistica e dogmatica che non motiva i suoi
fondamenti... se non appellandosi a una tradizione. Per esempio, perché le
donne non possono diventare preti? Perché è la tradizione. E tutto finisce lì.
Non meraviglia che simili istituzioni
religiose piacciano tanto ai politici che intendono governare con modelli autoritari.
Tra dittatori ci s'intende sempre. E infatti la Chiesa, che ha pur ha
combattuto il comunismo (ma solo perché era ateo), non ha mai combattuto né il
fascismo né il nazismo, e anzi ha stretto con questi regimi accordi vergognosi.
Non ha neppure mai condannato né le leggi razziali né uno dei tanti dittatori
sudamericani, anche quando massacrava il loro popolo.
Ecco perché i nostri politici, di destra
come di sinistra, continuano a cercare l'appoggio della Chiesa, promettendo in
cambio soldi e finanziamenti. Favorire le scuole cattoliche o aprire i
mass-media di Stato alla predicazione cristiana, come sta avvenendo oggi,
significa darsi la zappa sui piedi. Il risultato è sotto i nostri occhi:
partitelli guidati dal dittatorello di turno, una cultura antiquata che non
lascia spazio ai cambiamenti, istituzioni sostanzialmente autoritarie e
immobili, privilegi arbitrari e una società che non sa rinnovarsi, che non sa
tenere il passo con le altre democrazie europee.
Pochi politici capiscono il rapporto
esistente fra sottosviluppo economico e sociale dell'Italia e la diffusione
della cultura cattolica. Eppure è più che evidente: quando gli altri Stati facevano
la Riforma, noi facevamo la Controriforma. Quindi, i politici da una parte
propugnano una modernizzazione del paese e dall'altra appoggiano una cultura
che è la nemica stessa della modernità.
Una
contraddizione insanabile. Un popolo sottomesso e succubo, un popolo
superstizioso, un popolo che non ama la libertà, un popolo che non sa pensare
con la propria testa... produrrà sempre una società ingiusta e miserevole, e
una democrazia insufficiente.
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