domenica 21 aprile 2019

Le nemiche della libertà


Talvolta le religioni sono le grandi nemiche della libertà dell'uomo. Inutile indorare la pillola e distinguere fra questa e quella. In nome di una fede - che non potrà mai essere dimostrata - impongono comportamenti, leggi, principi, modi di pensare, culti e scale di valori che possono anche essere molto nocivi. Soprattutto danno per scontato che la verità possa essere imposta in modo coercitivo dall'alto. Le religioni non ammettono critiche o confronti - e proprio per questo sono antidemocratiche e antiscientifiche. Nate millenni fa, portano con sé valori di un mondo superato. Sono dunque una vera e propria palla al piede per lo sviluppo delle società moderne.
       Il cristianesimo non fa eccezione. Basti vedere com'è organizzata la Chiesa, senza possibilità di dissenso, senza democrazia. Una struttura verticistica e dogmatica che non motiva i suoi fondamenti... se non appellandosi a una tradizione. Per esempio, perché le donne non possono diventare preti? Perché è la tradizione. E tutto finisce lì.
       Non meraviglia che simili istituzioni religiose piacciano tanto ai politici che intendono governare con modelli autoritari. Tra dittatori ci s'intende sempre. E infatti la Chiesa, che ha pur ha combattuto il comunismo (ma solo perché era ateo), non ha mai combattuto né il fascismo né il nazismo, e anzi ha stretto con questi regimi accordi vergognosi. Non ha neppure mai condannato né le leggi razziali né uno dei tanti dittatori sudamericani, anche quando massacrava il loro popolo.
       Ecco perché i nostri politici, di destra come di sinistra, continuano a cercare l'appoggio della Chiesa, promettendo in cambio soldi e finanziamenti. Favorire le scuole cattoliche o aprire i mass-media di Stato alla predicazione cristiana, come sta avvenendo oggi, significa darsi la zappa sui piedi. Il risultato è sotto i nostri occhi: partitelli guidati dal dittatorello di turno, una cultura antiquata che non lascia spazio ai cambiamenti, istituzioni sostanzialmente autoritarie e immobili, privilegi arbitrari e una società che non sa rinnovarsi, che non sa tenere il passo con le altre democrazie europee.
       Pochi politici capiscono il rapporto esistente fra sottosviluppo economico e sociale dell'Italia e la diffusione della cultura cattolica. Eppure è più che evidente: quando gli altri Stati facevano la Riforma, noi facevamo la Controriforma. Quindi, i politici da una parte propugnano una modernizzazione del paese e dall'altra appoggiano una cultura che è la nemica stessa della modernità.
Una contraddizione insanabile. Un popolo sottomesso e succubo, un popolo superstizioso, un popolo che non ama la libertà, un popolo che non sa pensare con la propria testa... produrrà sempre una società ingiusta e miserevole, e una democrazia insufficiente.

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