sabato 27 aprile 2019

La proliferazione mentale


Spesso ci troviamo immersi in fantasie di ogni tipo, talvolta piacevoli e talvolta spiacevoli. Ci immaginiamo veri e propri romanzi in cui noi siamo i protagonisti o le vittime. Le storie si svolgono linearmente oppure si ripetono ossessivamente. Nella nostra testa scorrono avventure o disastri, vittorie o sconfitte, dialoghi e immagini di ogni tipo.
Di solito non abbiamo nessun controllo su queste fantasie. Magari stiamo svolgendo un lavoro tedioso e ripetitivo e allora la mente s’inventa questi sogni o incubi a occhi aperti. Mentre ci immaginiamo di essere chissà dove, in realtà stiamo facendo tutt’altro.
È difficile essere davvero presenti in ciò che si fa, essere qui e ora.
La meditazione indica in queste fantasie una perdita della presenza mentale e ci invita a uscirne attraverso la consapevolezza. “Io sono qui, ma sto pensando di essere altrove.” “Io sono qui in questo momento, ma sto immaginando di essere laggiù in un altro momento.”
È più o meno quello che fa un romanziere. È seduto lì su una sedia, ma la sua mente è fuggita altrove a inventare chissà quali storie e personaggi.
È anche quello che succede in un sogno. Noi ci troviamo lì in un letto, ma la nostra mente sogna cosa fantastiche.
Lo stesso capita a certi malati mentali che credono reali persone e fatti che si immaginano.
Noi, per fortuna, possiamo capire che si tratta di fantasie mentali e le distinguiamo dalla realtà. Siamo però anche noi malati di proliferazione mentale e, in alcuni casi, per esempio nel campo delle illusioni e delle convinzioni fideistiche, non siamo affatto consapevoli della loro irrealtà.
La scienza meditazionale non ci ingiunge di interrompere tutto con uno sforzo di volontà. Piuttosto ci suggerisce di prenderne coscienza, magari utilizzano il nostro aggancio al corpo, che, in mezzo a tante fantasie, è l’unica cosa reale.
Le fantasie non sono senza conseguenze. Ci possono produrre anche effetti fisici, oltre che mentali. Si può dire anzi che non esista pensiero che non produca un qualche effetto psico-sensoriale. Proviamo dunque a disinnestare gli effetti più negativi proprio attraverso il corpo. Verifichiamo come reagiscono i muscoli e il respiro. Se sono irrigiditi o rilassati, se sono tesi o distesi, se sono contratti o sciolti.
Diventiamo consapevoli della assurda situazione in cui ci troviamo, della nostra alienazione. Ritorniamo al presente. Liberiamo il corpo e la mente. Riprendiamo il contatto con la realtà.

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