Un lettore mi ha raccontato che nella
sua adolescenza aveva attraversato un periodo di crisi: non trovando la sua
strada, non trovando una sua collocazione nella società, gli pareva di essere
anormale. Allora aveva fatto sette anni di psicoanalisi. Alla fine di quel
periodo, il suo psicoanalista non era soddisfatto, perché il paziente non si
era ancora integrato. Invece lui era soddisfatto, perché aveva capito che il
pazzo non era lui, ma il mondo.
Proprio così. Tutto quaggiù
è follia: le guerre continue, le religioni che credono di parlare in nome di
Dio , la rivalità tra gli uomini, le enormi disparità economiche tra ricchi e
poveri, la distruzione dell'ambiente per pura avidità, l'organizzazione del
sistema educativo che tende a crescere tanti pappagalli ammaestrati, e così
via.
E pensare che ci sarebbero
le risorse per sfamare tutti gli uomini e per svilupparci armoniosamente. E invece
no. Dappertutto è competizione, rivalità, guerre ed egoismo.
In Italia il dieci per cento
della popolazione ha in mano il cinquanta per cento della ricchezza nazionale.
E il restante novanta per cento? Deve spartirsi l'altro cinquanta per cento
della ricchezza e deve combattere l'uno contro l'altro per riuscire a
sopravvivere sempre più stentatamente. Con tutto questo, voi pensereste che
quel novanta per cento si coalizzi e si ribelli contro il potere dominante.
No, si occupano di calcio,
di canzonette, di spettacoli televisivi, di politica,ecc.. In sostanza,
dormono. Come non sentirsi anormali in un mondo che è dominato dalla follia e
dall'addormentamento della coscienza? Potete essere sicuri che coloro che sono
perfettamente adattati a questo stato di cose sono loro... i veri pazzi.
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