venerdì 19 aprile 2019

Il condizionamento religioso


Non possiamo non dirci cristiani, sosteneva Croce. Però non è un gran merito: potrebbe un arabo non dirsi musulmano? Il fatto è che l'ambiente in cui viviamo è in grado di condizionarci in mille modi, da mane a sera: genitori, famiglia, scuola, preti, televisione... tutto ci spinge in un'unica direzione: quella delle cultura dominante. Anche gli atei, in Italia, sono cristiani, nel senso che negano l’immagine di Dio veicolata dal cattolicesimo.
Ma, se volete essere liberi, se volete essere voi stessi, dovete sottoporre a critica questa cultura e farvi delle convinzioni vostre; dovete pensare con la vostra testa, non con quella del potere dominante. Alcune idee di Gesù possono piacere; per esempio, la sua rabbiosa polemica contro i farisei, gli ipocriti, i ricchi, i potenti, i preti della sua epoca. Non possiamo non essere d'accordo con questi principi. E non possiamo non essere d'accordo quando dice di fare il bene e non il male. È ovvio che debba essere così.
Tuttavia, essere d'accordo su questi punti non significa abbracciare il cristianesimo, che è un complesso sistema di idee, molte delle quali non hanno niente a che fare con Gesù. Per esempio, non si può negare che la Chiesa attuale sia esattamente ciò contro cui aveva predicato il Nazareno e che lo abbia completamente tradito.
Sì, aveva ragione Nietzsche: c'è stato un unico cristiano - ed è morto là sulla croce.

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