mercoledì 21 dicembre 2022

Venire alla luce

 

Dopo aver dimostrato o semplicemente mostrato la non presenza di Dio (inteso come Signore) su questa terra, dobbiamo chiederci da dove (non da chi, sarebbe un pregiudizio) esce tutto questo. È evidente che da qualcosa proviene, dato che dal nulla non esce nulla.

L’origine dovrebbe essere uno stato della materia da cui deve uscire un mondo molto imperfetto, ma capace di dar origine alla coscienza. È infatti la coscienza che ci permette di riconoscerci e di porci queste domande. Ma dobbiamo ammettere che la coscienza è già condizionata a farci riconoscere in un certo modo e a farci porre determinate domande, e quindi potrebbe essere limitante e limitata. Se ci fosse un’altra coscienza, il riconoscimento e le domande potrebbero essere molto diverse.

Pur con questa consapevolezza, andiamo avanti.

Sappiamo che, data la velocità della luce, vediamo alcune stelle che in realtà non esistono più. Ma rimane la loro traccia luminosa.

La stessa cosa, però, potrebbe succedere a noi. Potremmo essere morti e apparire ancora.

Nello spazio non esiste un punto di riferimento assoluto. Tutto dipende da chi guarda e da dove si guarda. potremmo essere morti e ciononostante riapparire ancora. In un certo senso siamo tutti reincarnati. Noi non emettiamo luce, ma siamo esseri luminosi perché appariamo. Ciò che appare ha la qualità della luminosità.

Infatti, si dice “venire alla luce” per dire che si nasce. Tutti siamo venuti alla luce.

Ma, prima, dove eravamo? Se non apparivamo, vuol dire che eravamo morti.

Ma la morte, come la vita, non è uno stato assoluto. Va e viene, perché conserva la propria luminosità. Solo a livelli differenti.

La natura luminosa di chi è morto rimane intatta, solo che non è visibile a chi è vivo.

Nessuno nasce e nessuno muore in maniera assoluta. Perché non c’è un punto di riferimento assoluto. Come non c’è un alto o un basso nello spazio vuoto, così è relativo lo stato di morte (o di vita). Tutto dipende da chi guarda e da dove guarda.

Il corpo non fa la differenza, perché la natura luminosa rimane.

Abituiamoci dunque a riconoscere e ad osservare la nostra natura luminosa, che è presente sia da vivi (per esempio chiudendo gli occhi o nell’intervallo fra due atti mentali) sia da morti. Naturalmente non è una luce come quella di una lampadina o del sole, ma mille volte più vivida. Ed è consapevolezza.

Questa è la natura ultima del tutto.

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