sabato 20 giugno 2015

Accettare le critiche

Di solito, quando riceviamo una critica, ci sentiamo punti sul vivo, quasi offesi e provocati, e cerchiamo di difenderci attaccando a nostra volta e indicano un difetto o un errore di chi ci critica. Una reazione rozza e sbagliata.
La cosa migliore da fare, invece, è procedere ad un auto-esame e chiederci se non ci sia una base di verità.
Se c’è, dobbiamo capovolgere il nostro atteggiamento.
Anziché considerare l’altro un nemico e provare per lui un impulso di avversione o di vendetta, consideriamolo un utile collaboratore.
A volte, infatti, le critiche ci fanno vedere di noi quello che non avevamo notato o non volevamo vedere.

“Anche se qualcuno ti deride
e parla male di te in mezzo alla folla,
consideralo un maestro spirituale.”
                           Togme Sangpo (1295-1369)

Soprattutto, dominare la propria collera. Se la critica non ha nessuna base, non c’è bisogno di prendersela. Se è fondata, non bisogna reagire meccanicamente, ma utilizzare la saggezza discriminante. E vedere in colui che ci critica un intervento provvidenziale.
Lo scopo è conoscere se stessi. E, a questo proposito, uno che ci critica è più importante di un adulatore.


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