sabato 26 gennaio 2013

Il pensiero unico


Su Avvenire, il giornale dei vescovi, sono stati pubblicati i nomi dei politici cattolici nei vari partiti. Evidentemente, sono tutti chiamati a obbedire alla loro fede, cioè ai voleri della gerarchia ecclesiastica. Dunque la Chiesa si propone come un qualsiasi partito - e non è una novità. Ma, se è sempre rispettabile che qualcuno eserciti l'obiezione di coscienza quando vengano approvate leggi  contrarie ai suoi principi, qui viene delineato l'obbligo di appartenenza, il contrario esatto dell'obiezione di coscienza. Dov'è finita la coscienza personale dei cattolici? Un cattolico è chiamato a pensare con la propria testa, o dev'essere soltanto un replicante diretto da qualcun altro? E questo plumbeo conformismo non è all'origine di tanta cultura autoritaria, nemica della libertà di coscienza? Sarà anche per questo che in Italia c'è così poca democrazia e, soprattutto, incapacità di pensare autonomamente?
Io sono convinto che in Italia siamo così poco democratici e così poco evoluti, rispetto agli altri popoli protestanti, perché siamo cattolici. E un cattolico non è tenuto a utilizzare la propria coscienza. I risultati si vedono: anche in campo economico, dove conta l'iniziativa personale, la capacità di pensare con il proprio cervello, al di là delle convenzioni e dei luoghi comuni.

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