giovedì 27 dicembre 2012

La caduta degli angeli


Recentemente ho visto alcuni stupidi filmetti natalizi, quelli popolati di Babbi Natale e di angeli. E mi ha colpito un tema ricorrente: quello degli angeli decaduti, quello degli angeli che s'innamorano di esseri umani e finiscono per smettere di essere angeli e per ritornare sulla Terra.
A pensarci bene, non è una fantasia così stupida. C'è qualcosa di profondo. D'altronde, secondo la mitologia cristiana, il Diavolo è un angelo decaduto (non però per amore ma per ambizione), Adamo ed Eva abbandonano il loro Paradiso terrestre e il "Paradiso perduto" di Milton ripercorre lo stesso tema... angeli che abbandonano il loro stato di puri spiriti per diventare o ridiventare uomini. Evidentemente, il fascino di questo mondo è qualcosa di potente e l'aldilà non è poi così eccitante.
Mi viene in mente che anche secondo il buddhismo, non tutti gli illuminati s'involano subito: alcuni devono ritornare almeno una volta e altri sette volte. Sono pochi quelli che rimangono nel Nirvana al primo colpo.
Al fondo di questi miti c'è una grande diffidenza nei confronti della vita spirituale e la convinzione più o meno inconscia che la Terra, con tutti i suoi contrasti e le sue sofferenza, sia ancora il posto migliore su cui soggiornare.
Al desiderio non si rinuncia così facilmente.

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