sabato 24 aprile 2021

Male e malattia

 

Come indica la parola, la malattia non è che una delle innumerevoli forme del male. E tutti gli organismi, invecchiando, vengono sempre più colpiti dalle malattie. Andate in un ospizio per vecchi per rendervi conto di come finisca la vita – non in modo piacevole né misericordioso.

Ma questo significa che il male trionfa sempre. Difficile dunque essere ottimisti.

Le forze che creano la vita alla fine fanno vincere il male.

La gente non vuol sentirsi dire queste verità e preferisce vivere nelle illusioni di qualche rinascita, pur non avendone la minima prova.

Se volete essere letti non scrivete cose del genere e ricorrete a quel vacuo ottimismo di maniera (tutto andrà bene, risorgeremo, c’è un’altra vita, c’è un Dio che ci salva, ritroveremo i nostri cari, non bisogna cedere mai, bisogna lottare sempre, bisogna essere positivi, ecc.) che è pura alienazione.

Difficile guardare in faccia la realtà.

Eppure, è evidente che tutto si degrada e si corrompe – è anche un principio della fisica: si chiama entropia.

Il problema è che la parola vita ha assunto un significato positivo, e non si vede che è invece già una degenerazione.

Non vi augurate quindi di avere un’altra vita, ma di uscire definitivamente dal perverso gioco della vita e della morte.


4 commenti:

  1. Buongiorno. Ultimamente la seguo sempre.
    Le vorrei chiedere se quind, secondo lei, karma e rinascita sono solo una fantasia.
    E se allora, in questo caso, anche le ingiustizie più atroci e abominevoli, che comportano in certi casi sofferenze di un intera vita, non vengono secondo lei compensate con altre nascite, sia per chi fa il male che per chi lo subisce, in un economia della vita che potrebbe comunque tendere ragionevolmente all equilibrio.
    Le chiedo gentilmente cosa ne pensa.
    Grazie.

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  2. Tutto è un'illusione, una specie di film o di sogno, talvolta piacevole, spesso spiacevole. Quando sparirà il film, chi o che cosa dovrà essere compensato?
    Cu sveglieremo e diremo: "Che brutto sogno!" Per fortuna che non dormo più.
    Si domandi quando è cominciato il karma. E' incominciato e va avanti da solo. Ma perché?
    E' incominciato con la nascita della coscienza e del sogno. E, finché dura, non c'è liberazione.
    Il karma, le rinascita e i paradisi-inferni esistono finché esiste la coscienza. Dopo non ce n'è più bisogno, per fortuna.

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  3. Ok, mi perdoni ma vorrei essere sicuro di afferrare bene il concetto....
    Se capisco bene la coscienza scompare dopo la morte, perché è collegata al corpo, e si fonde nell infinito o nello stato indifferenziato.
    Lei quindi intende che tutte le cose che sono indicate comunemente come post morte, come paradiso inferno o reincarnazione sono relative alla coscienza? Questo nel senso che essa vuole convincersi che c è qualcosa che prosegue dopo, ma che in realtà non c è? E quando essa sparisce sparisce anche il suo bisogno di pensare che debba esistere qualcosa dopo?
    Quindi valorosi e infami avranno tutti una sola vita, e dopo di essa saranno tutti in una situazione di eterno benessere mai più interrotto? (Stato indifferenziato?)
    Mi potrebbe dire se ho capito correttamente?
    Grazie infinite.

    Fabio di Trento.

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  4. Per liberarsi veramente e sfuggire al karma e al potere immaginativo e proiettivo della mente, è necessario una presa di coscienza che non è alla portata di tutti. Per gli altri continuano i sogni con i paradisi-inferni e gli Iddii che non risolvono mai niente. Per loro continua il karma. La coscienza non scompare del tutto con la morte, ma lascia dei desideri e delle pulsioni che hanno la capacità di ricostituire un individuo. A meno che non ci si convinca in vita che abbiamo a che fare solo con illusioni. Questa è l'illuminazione, che è in realtà la liberazione dal potere magnetico della coscienza.
    La coscienza-desiderio non ha forma, ma ha bisogno di legarsi a forme specifiche che essa stessa crea in modo allucinatorio. Noi non chiediamo di nascere; è il desiderio dei nostri genitori che ci fa nascere. Il fatto di essere buoni o cattivi, vittime o carnefici, è solo un gioco delle parti cui tutti si prestano e che rimarrà finché ci sarà il gioco della coscienza duale.
    A noi spetta il compito di comprendere il meccanismo creativo e disattivarlo una buona volta. Tutti insieme, però.

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