martedì 14 luglio 2020

Lo stato non condizionato


È incredibile quanto poco gli esseri umani vogliano conoscere se stessi. Magari impiegano anni per studiare una disciplina o un mestiere, ma non sembrano interessati a conoscere come e perché si trovino su questa astronave che viaggia nello spazio-tempo. Dicono che, comunque, non arriveranno mai a una risposta certa.
Ma non è vero. Sono le religioni e le filosofie che hanno confuso loro le idee.
La nostra identità ultima non è quella attuale legata al corpo e alla coscienza, e neppure una fantomatica anima fatta di puro spirito, ma quella che realizzeremo quando queste idee e queste dighe cesseranno di esistere e l’acqua dilagherà libera, senza strozzature, al di là dell’essere e del non essere.
Ci sembra di non poter capire uno stato del genere. E in effetti non possiamo coglierlo con una mente dualistica e dissociata, che ama miti e favole.
Lasciamo perdere. Ci basta osservare, ci basta percepire il senso dell’essere… E poi lasciarlo perdere. Noi siamo ciò che c’era prima, uno stato che non nasce, non muore e c’è sempre.

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