giovedì 22 febbraio 2018

Il nuovo mondo


Il grande problema della meditazione è che, mentre noi lavoriamo a livello conscio e razionale, esiste un vasto mondo interiore, il mondo degli impulsi, dei desideri, degli istinti e delle tendenze interiori che opera a livello inconscio.
La lotta è dunque impari. E non ci resta che operare giorno per giorno con la meditazione in attesa che le nuove tendenze si sovrappongano alle vecchie, le quali ci trascinano da tempo immemorabile, attraverso una lunga linea di esistenze.
Non siamo noi che costruiamo il nostro patrimonio genetico, psicologico e spirituale. Ereditiamo tutto dal passato. E solo ora possiamo aggiungere o togliere qualcosa, ossia introdurre delle modifiche con la nostra meditazione personale. Questo sarà il contributo della nostra esistenza.
Ma ci vorranno chissà quante altre vite per portare a compimento il nostro compito, per cambiare le cose, per fare spazio alla consapevolezza. Se non lo faremo consapevolmente, dovremo farlo inconsciamente e ci vorrà molto più tempo.
Finché non prenderemo coscienza del profondo mare che giace in noi (e in cui noi giaciamo) e non interverremo volontariamente nella costruzione di noi stessi, potremo cambiare molto poco, saremo come fuscelli trasportati dal vento cosmico.
Non c’è bisogno comunque di conoscere e cambiare tutto, tassello dopo tassello. Già da ora possiamo fare brevi voli fuori dal vecchio io e innalzarci in una nuova dimensione, come quei pesci che ogni tanto fanno un salto fuori dall’acqua e vedono in un istante che c’è un altro mondo.


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