martedì 27 febbraio 2018

Autoterapia


Quando desideriamo qualcosa, quando speriamo in qualcosa, vuol dire che non siamo felici nel presente. Chi è felice è soddisfatto del e nel presente, non vorrebbe cambiare. Se sono innamorato, lo sono qui e ora, e non desidero altro. Se dunque desidero o spero, c’è qualcosa che non mi soddisfa e voglio cambiare; non voglio rimanere nel presente.
Il problema è che non possiamo fare a meno di cambiare, perché siamo immersi nel divenire.
Ma anche se ho paura e soffro, scappo da qualcosa e (stavolta) sono io che non voglio rimanere nel presente. Qui il divenire mi viene in aiuto.
In entrambi i casi, perdo il presente, volente o nolente.
Il rimedio sarebbe logico: quando sto bene, devo cercare di rimanere nel presente, per esempio seguendo il respiro o ripetendo un mantra o ascoltando un suono o camminando consapevolmente. Questo atto mi ancora al presente e mi permette di  apprezzare di più ciò che godo. Sarebbe una forma di autoterapia.
Ma il problema è sempre quello: non posso fermare il tempo, non posso evitare di rotolare con il tempo, non posso impedire che a questo momento si sostituisca il successivo.
Il tempo ci imprigiona, il tempo ci libera.

Nessun commento:

Posta un commento